A cura di Paolo de Zorzi, patrimonialista.
‘Durante la mia breve dissertazione, nel corso dell’incontro del 3 ottobre, sono partito dal monito di Moody’s del 29 Agosto scorso, secondo cui gli Istituti di Credito italiani dovranno ripagare 250 miliardi di prestiti TLTRO alla Banca Centrale Europea tra giugno 2020 e marzo 2021, e questo comporterà inevitabilmente un aumento dei costi di rifinanziamento degli Istituti del Paese, andando a pesare sulla loro già bassa redditività.
L’agenzia ha osservato come le Banche italiane abbiano un terzo del totale dei finanziamenti TLTRO stanziati della Bce, stando ai dati a maggio 2018; quindi, più di ogni altro sistema bancario della zona euro. Questi presiti, a tassi inizialmente molto bassi (e poi diventati persino negativi, nel tentativo da parte della B.C.E. di stimolare il credito a famiglie ed Imprese) non solo hanno stabilizzato la capacità di assunzione di fondi, assicurando la “liquidità” delle Banche italiane, ma ne hanno anche rinforzato la redditività, tant’è che è opinione comune che il venir meno di questo “sussidio” provocherà quello che è stato definito da un Esponente della Società di Rating come un elemento di pressione su un livello di utili del nostro Settore Creditizio, comunque non sufficiente, “… e che già soffre a causa di bassi margini di interesse netti, di costi di ristrutturazione e di alte perdite nei prestiti (precedentemente erogati dalle Banche Italiane .ndr)”.
Se ripagare la Bce metterà comunque ulteriore pressione alla già debole redditività del Settore, visto che si dovranno sostituire questi prestiti con forme di finanziamento sicuramente più onerose, è plausibile che lo scenario delle criticità sia, come al solito, a macchia di leopardo, con le grandi banche (come Unicredit ed Intesa Sanpaolo), non solo meno esposte al programma TLTRO, ma che avranno facilità nel rimborsare l’istituto di Francoforte, mentre le Banche più piccole saranno costrette ad affrontare maggiori difficoltà.
Moody’s si aspetta che anche dopo la scadenza dei prestiti TLTRO, la Bce continuerà a fornire liquidità al Sistema Bancario, attraverso operazioni di finanziamento a breve termine, ed anche tramite altri canali, che alla lunga, però, creeranno comunque problemi alle Banche Italiane, che saranno a propria volta costrette a riversarli sul sistema Imprese-Famiglie.
Tutto ciò comporterà- nella migliore delle ipotesi- un rialzo generalizzato del costo del credito, complice anche- per il Sistema bancario- l’esistenza di una concorrente possibilità d’investimento a rischio attenuato sulla “curva” dei B.T.P., dove il blocco degli acquisti netti da parte della B.C.E. (facendo perdere l’attuale “acquirente di ultima istanza”), comporterà un parallelo rialzo dei tassi, che specularmente danneggerà gli Operatori economici, oltre a creare all’Italia evidenti problemi di finanza pubblica, per l’ulteriore rialzo del costo del nostro debito pubblico che tutto ciò comporterà.’
(fonti: Bloomberg – articoli già pubblicati dall’Autore)