Dall’inizio dell’anno al 19 luglio 2021 si sono registrati in Italia 208 fenomeni meteorologici intensi.
Tra questi fenomeni meteorologici si contano:
- 116 allagamenti da piogge intense,
- 56 trombe d’aria,
- 3 esondazioni fluviali,
- 4 casi di danni da siccità prolungata,
- un caso di frane causate da piogge intense e
- un danno al patrimonio storico causato da piogge intense
È quanto emerge dall’Osservatorio nazionale CittàClima di Legambiente sull’emergenza climatica in Italia,
rilasciato in occasione del G20 sull’Ambiente in programma a Napoli il 22 e 23 luglio, sotto la presidenza italiana.
L’Osservatorio rileva fenomeni meteorologici sempre più frequenti e in costante crescita. Negli ultimi 12 anni, dal 2010 al 19 luglio 2021, si sono verificati 1.041 eventi estremi con danni al territorio italiano, mentre sono 559 i Comuni colpiti da eventi con impatti rilevanti, pari a circa il 7,1% del totale.
Sempre molto elevato il tributo che continuiamo a pagare in termini di vite umane e di feriti: 256 le persone vittime del maltempo dal 2010 a oggi, e 50mila le persone evacuate a causa di eventi quali frane e alluvioni.
Legambiente chiede al governo Draghi di passare dalle parole ai fatti. Per accelerare la transizione ecologica ed energetica, fronteggiare la crisi climatica e tutelare ambiente e biodiversità servono scelte chiari e radicali a partire dallo stop ai sussidi alle fonti fossili da realizzare in pochi anni iniziando dalla prossima legge di bilancio.
“I prossimi dieci anni saranno decisivi per le sorti dell’intero pianeta e cruciali per fermare la perdita di bioversità”, spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Non esiste scusa legata al Covid che tenga perché l’emergenza climatica sta diventando sempre più grave e perché ogni euro non più regalato a chi inquina può liberare investimenti in innovazione ambientale anche per far uscire il Paese dalla crisi economica e sociale che sta attraversando da inizio pandemia. Per questo torniamo a ribadire l’urgenza di arrivare in prima battuta all’azzeramento dei sussidi statali ai combustili fossili. Parliamo di 35,7 miliardi di euro sottratti a investimenti in innovazione ambientale e utili a uscire dalla crisi economica e sociale che il Paese sta attraverso da inizio pandemia. Non dimentichiamo, inoltre, che l’Italia è scesa al 27°posto nel Climate Change Performance Index 2021, secondo il rapporto Germanwatch, per il rallentamento dello sviluppo delle rinnovabili (31°) e a una politica climatica nazionale inadeguata agli obiettivi di Parigi, peraltro non raggiunti da nessun paese”.
Fonte: www.assinews.it