Purtroppo le aziende Italiane non hanno ancora la percezione del rischio economico che un attacco informatico potrebbe avere nella loro continuità aziendale; come per i danni materiali, una valida copertura assicurativa, in questo caso informatica, oltre a tutelare ed a rimborsare eventuali fermi aziendali, offre l’assistenza informatica post incidente che può fare la differenza su tempi di ripristino dell’attività.
Con un’attenta analisi del rischio, si possono trovare le migliori soluzioni per ogni tipologia di azienda.
In Italia, soltanto l’1% delle aziende ha un livello di preparazione “maturo”, necessario per essere resiliente contro i rischi odierni di cybersecurity secondo il Cisco Cybersecurity Readiness Index 2024
In Italia solo l’1% delle aziende possiede un livello di preparazione “maturo”, in grado cioè di far fronte in maniera efficace alle crescenti minacce informatiche, secondo quanto emerge dal Cybersecurity Readiness Index 2024, ricerca condotta su 8000 responsabili della sicurezza provenienti da 30 Paesi, tra cui anche l’Italia – la cui pubblicazione avviene in un momento caratterizzato dall’iperconnettività e da un panorama di rischi in rapida evoluzione.
Le aziende continuano a essere prese di mira con una varietà di tecniche sempre più efficaci: phishing, ransomware, malware e social engineering. Allo stesso tempo, secondo il report di Cisco le stesse aziende stanno riscontrando una costante difficoltà nel difendersi in modo adeguato, e ciò principalmente a causa di soluzioni di cybersecurity troppo complesse da gestire.
Gli ambienti di lavoro ibridi rendono oltretutto ancora più difficile affrontare le sfide della cybersecurity: la maggior parte delle aziende deve ancora far fronte alla complessità dovuta da dipendenti che collaborano fra loro da qualsiasi luogo e su qualsiasi dispositivo, attraverso reti e applicazioni diverse. Il 22% delle aziende intervistate ha dichiarato che i propri dipendenti si collegano da almeno sei reti diverse nell’arco di una sola settimana. Malgrado ciò, il 62% delle aziende italiane si sente ancora da moderatamente a molto fiducioso riguardo la propria capacità di difendersi da un attacco informatico attraverso la propria infrastruttura IT. Questa discrepanza tra fiducia e preparazione suggerisce un dato allarmante, relativo all’incapacità da parte delle aziende di valutare in maniera realistica la portata delle sfide che devono affrontare.
Per realizzare il report sono stati presi come criteri di misurazione 5 pilastri, che costituiscono la principale linea di difesa di un’azienda: Identity Intelligence, Network Resilience, Machine Trustworthiness, Cloud Reinforcement e AI Fortification. Ciascuno di essi comprende a sua volta 31 diverse soluzioni e capacità.
Al termine dell’indagine le aziende sono state inoltre classificate in quattro gradi di preparazione: Principiante, Formativo, Progressivo e Maturo.
I risultati principali
La ricerca ha rilevato che solo l’1% delle aziende in Italia è pronto ad affrontare le minacce informatiche odierne, mentre a livello globale la percentuale sale al 3%. Inoltre, il 78% degli intervistati ha dichiarato di trovarsi nella fase Iniziale o Formativa.
- Previsione riguardo gli incidenti informatici: il 63% degli intervistati ha dichiarato che un incidente di cybersecurity sarebbe in grado di interrompere la loro attività nei prossimi 12-24 mesi. Questa impreparazione può costare cara: il 33% degli intervistati ha dichiarato di aver subito un incidente di cybersecurity negli ultimi 12 mesi e il 37% di coloro che sono stati colpiti ha dichiarato un costo di almeno 300.000 dollari.
- Sovraccarico di soluzioni: l’approccio tradizionale che prevede l’adozione di più soluzioni di cybersecurity non ha prodotto risultati efficaci. Il 75% degli intervistati ha ammesso che la presenza di più soluzioni rallenta i tempi di rilevamento, di risposta e di recupero da un incidente informatico. Il 63% ha dichiarato di aver implementato dieci o più soluzioni di cybersecurity, mentre il 22% ha dichiarato di utilizzarne 30 o più.
- Dispositivi non sicuri e non gestiti aggiungono complessità: l’85% delle aziende ha dichiarato che i propri dipendenti accedono alle piattaforme aziendali attraverso dispositivi non gestiti, con il 39% di questi che trascorre un quinto del tempo (20%) collegandosi alle reti aziendali attraverso dispositivi non gestiti. Inoltre, il 22% ha dichiarato che i propri dipendenti si collegano da almeno sei reti diverse nell’arco di una sola settimana.
- Il divario di talenti in ambito informatico persiste: i progressi sono ulteriormente ostacolati dalla carenza di talenti, evidenziata dal 74% delle aziende come un problema. Il 38% delle aziende ha infatti dichiarato di avere più di dieci ruoli legati alla cybersecurity non coperti nella propria organizzazione.
- Investimenti IT in aumento: il 36% degli intervistati prevede di aggiornare significativamente la propria infrastruttura IT nei prossimi 12-24 mesi. In particolare, le aziende prevedono di aggiornare le soluzioni esistenti (62%), implementare nuove soluzioni (64%) e investire in tecnologie guidate dall’intelligenza artificiale (46%). Infine, il 94% delle aziende prevede di aumentare il budget dedicato alla cybersecurity nei prossimi 12 mesi, con l’82% degli intervistati che dichiara un aumento del 10% o più.